I Riti della Passione a Biancavilla (CT)
La terra di Sicilia è uno scrigno che contiene tesori della cultura di valore inestimabile e non tutti sono conosciuti e valorizzati in maniera adeguata. Questo probabilmente è dovuto al fatto che le tecniche della comunicazione insegnano un po’ troppo a semplificare i messaggi col risultato che si dicono sempre le stesse cose a cicli ripetitivi: quando per esempio si occupano della Pasqua in Sicilia i media a livello nazionale parlano solo di Trapani o di Enna, mentre la Sicilia è ricchissima di eventi non meno interessanti e quindi meritevoli di essere scoperti e raccontati. Per la Pasqua del 2006 abbiamo deciso di andare a Biancavilla, in provincia di Catania, alle pendici meridionali dell’Etna, in una zona un po’ discosta dalle rotte del turismo di massa e proprio per questo meritevole della nostra attenzione.
A Biancavilla i Riti della Passione hanno una tradizione secolare, confraternite la cui origine si perde nel tempo, ricchezza di apparati e di oggetti devozionali e un seguito popolare non contaminato da frivole concessioni al turista di passaggio.
È in questa Sicilia minore che siamo certi di trovare le radici vere dello spirito che pervade l’isola nel periodo Pasquale, qui ci sarà materiale in abbondanza da raccogliere per raccontare con le immagini il fervore, la devozione e l’anima profonda della gente di Sicilia.
I fotografi partecipanti al workshop avranno la possibilità di lavorare fianco a fianco (con il rispetto e la discrezione dovuta) con i protagonisti delle processioni, vivere le loro emozioni, e grazie alla collaborazione di persone del luogo avere accesso anche alle fasi di preparazione degli eventi (preparazione di dolci tipici e gastronomia in generale, intreccio delle palme, riunioni delle confraternite, vestizioni, ecc.).
Per partecipare non è necessario avere attrezzature fotografiche mirabolanti, basta un qualunque mezzo di acquisizione delle immagini, quello che è veramente indispensabile è la curiosità che ci spinge alla ricerca, l’umiltà che ci permette di ascoltare per apprendere ed il rispetto che ci consente di capire per poi raccontare senza essere invadenti.